Atlante dei Femminicidi in Italia

Casa delle donne per non subire violenza di Bologna

Un nome, un volto, un luogo e una storia. Quello delle donne vittime di femminicidio in Italia. È l’Atlante dei Femminicidi, un progetto ideato e realizzato dalla Casa delle Donne di Bologna con Studio Atlantis e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna.

Si tratta di una piattaforma digitale, su base cartografica finalizzata ad approfondire la conoscenza, l’analisi e la comunicazione del fenomeno del femminicidio in Italia, cercando nello stesso tempo di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo fenomeno.

L’obiettivo del progetto è quello di promuovere la cooperazione nella lotta politica alla violenza contro le donne e far fronte all’esigenza di raccogliere e rendere pubblici i dati e le informazioni relativi ai casi di violenza di genere per rendere possibile la loro analisi esaustiva, identificare le crepe nel sistema di protezione ed elaborare strategie efficaci di miglioramento e sviluppo delle misure di prevenzione.

All’interno dell’Atlante dei Femminicidi è possibile eseguire ricerche in base a più parametri, tra cui la relazione tra l’assassino e la vittima e la causa scatenante l’uccisione, le violenze pregresse, l’età e la provenienza di vittima e aggressore. Inoltre sono presenti altri dati a livello nazionale e globale, articoli di approfondimento, bibliografia e sitografia e i report del Gruppo di Ricerca sul Femminicidio della Casa delle Donne dal 2006 a oggi.

I dati quantitativi e geolocalizzati sono accompagnati da brevi descrizioni del contesto e le circostanze in cui ogni donna è stata uccisa in cui è stata privilegiato un linguaggio sobrio e attento ai fattori che, per ogni vittima, hanno portato all’identificazione del caso come femminicidio. Alle donne uccise è stato inoltre associato un ritratto ispirato a una sua fotografia, ognuno realizzato da un fumettista/illustratore che ha generosamente donato l’opera all’interno della campagna 100 fumettist* contro il femminicidio.

Il progetto è stato supportato dalla rete D.i.Re, la cooperativa Stellaria, il Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia Romagna, l’Istituto Storico Parri e la Città Metropolitana di Bologna.